Chiesa di San Sebastiano
Chiesa di San Sebastiano
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Architetto-del-tempo
Brindisi, Italia404 kontribusi
3,0 dari 5 lingkaran
Jun 2019
E' una chiesa nel centro cittadino aperta saltuariamente ,peccato perché ha delle belle statue di santi di pregevole fattura.
Ditulis pada 12 Agustus 2019
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danilo s
Brindisi, Italia276 kontribusi
4,0 dari 5 lingkaran
Okt 2016 • Sendiri
chiesa non piu' utilizzata per il culto tranne per quanto riguarda la messa del 17 Gennaio dove viene officiata la messa per la benedizione di tutti gli animali e la famose "fochira" accensione di un falo'. molto suggestivo.
la chiesa non ha un'altissimo valore artistico ma sicuramente ha affreschi del '600
Ditulis pada 10 November 2016
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Mario L
122 kontribusi
5,0 dari 5 lingkaran
Mei 2016 • Teman
Dopo la Piazza del Popolo e Piazza Anime, si trova, in leggera salita, la Chiesa di S. Sebastiano detta comunemente delle Anime, perchè i devoti vi raccomandano i loro defunti con i suffragi.
La chiesa fu terminata nel 1670 e fu aperta solennemente al culto, dall’arcivescovo Francesco Estrada, il 13 agosto dell’anno seguente.
La costruzione fu promossa dall’Arciconfraternita del Purgatorio, fondata ufficialmente nel 1668 e munita di regio assenso il 2 dicembre 1776.
Essa si qualificò, sin dalle origini, come rappresentativa del patriziato brindisino ed ebbe commessa la cura dell’edificio.
Nel 1872 furono promossi alcuni sostanziali restauri e nel 1896 venne posta in opera una nuova pavimentazione in marmo.
Solo trenta anni più tardi si diede mano al rifacimento della scalinata, della tettoia e delle volte. La confraternita, rimasta attiva fino al 1971, ricordava con particolare solennità il giorno dedicato alle anime purganti. Nel 1876, l’allora priore Francesco De Marzo sostenne anzi che la funzione doveva ritenersi esclusiva della chiesa di San Sebastiano e non doveva darsi corso all’altra che si celebrava da qualche anno nel cimitero.
La confraternita ogni anno promuoveva, il Giovedì Santo, la processione dell’Addolorata con visita ai Sepolcri simulando la ricerca del Figlio.
Dopo la riforma liturgica fissata con il decreto generale Maxima Redemptionis nostrae mysteria del 16 novembre 1955 e le disposizioni dell’1 febbraio 1957, il rito fu spostato al sabato.
La chiesa ad un’unica navata, all’interno conservava la statua lignea della Vergine Addolorata, d’ambito veneziano, creduto dono di Leonardo Montenegro.
Fra le tele, l’Adorazione dei pastori è stata attribuita ad ambito di Carlo Rosa, la Madonna con Bambino, a bottega locale del tardo ‘500 (assente), la Pietà ad ambito veneto, San Gennaro protegge dal terremoto è firmata dal pittore locale Giovanni Scatigno che la dipinse nel 1747. Infine, Umberto Colonna è l’autore, nel 1950, delle grandi rappresentazioni del Martirio di San Sebastiano e delle Anime Purganti.
Dopo la demolizione della chiesa di S. Antonio Abbate, che era nei pressi del rione detto di Montecristo, il culto del santo venne trasferito alla chiesa delle Anime. Infatti, nel largo antistante la chiesa, nel giorno della festa di S. Antonio Abate (17 gennaio) s’impartiva la benedizione agli animali da tiro: cavalli, asini, muli decorati da nastrini multicolori (zagaredde) e di fiori finti e naturali, sfilavano di fronte al sacerdote benedicente.
La chiesa, che è stata più volte restaurata, presenta una facciata monocuspidata, con portale centrale recante un’iscrizione lapidea datata 1670, fiancheggiato da due nicchie vuote e, in asse col portale, una settecentesca finestra a lira.
Sul portale, al centro del timpano spezzato, l’esemplare lapideo dello stemma della città di Brindisi su cui sono scolpite le due colonne su una testa di cervo.
La corona di dignità reale fu inserita nell’araldica civica in epoca aragonese, allorché Ferdinando II ne concesse il privilegio, in riconoscenza della fedeltà brindisina alla causa spagnola contro i Francesi che con Carlo VIII di Valois avevano conquistato il regno di Napoli nel 1495.
Va senz’altro presa in considerazione una tela di analogo soggetto, per la cui paternità gli studiosi hanno avanzato il nome di Carlo Rosa, artista legato all’attività della bottega bitontina.
Nel dipinto, collocabile nel periodo centrale della produzione artistica del Rosa, all’incirca tra gli anni Quaranta-Sessanta del XVII secolo, affiorano elementi tipici della sua cultura, in particolare richiami alla pittura di Cesare Fracanzano.
Un’immagine di Maria dall’espressione carica di pathos che regge in grembo il corpo esanime del Cristo è raffigurata nella Pietà della chiesa di S. Sebastiano e delle Anime del Purgatorio. Lo schema compositivo piramidale ha come vertice l’asse della croce che bilancia le due figure, ricordo tipologicamente michelangiolesco.
Infatti l’interessante dipinto deriva da un modello di analogo soggetto del manierista romano Taddeo Zuccari, a sua volta ispirato da un disegno di Michelangelo.
La qualità del dipinto brindisino è tutt’altro che scadente, a differenza degli altri modelli pugliesi; la delicatezza cromatica, l’atmosfera resa grave dalla luminosità pulviscolare sembrerebbero riferibili ad un anonimo pittore d’ambito veneto che può aver eseguito l’opera in un periodo compreso tra la fine del ’500 e gli inizi del ‘600, vale a dire in un tempo anteriore alla costruzione della chiesa, 1670.
Il dipinto raffigurante il Martirio di San Bartolomeo, collocato nella chiesa, non è privo di un certo interesse. Infatti l’opera si collega strettamente alla nota incisione del Ribera, nella quale figura la dedica al Vicerè di Sicilia, principe Filiberto di Savoia, cugino di Filippo IV di Spagna; dell’incisione, come lascerebbe intendere l’iscrizione, è stata ipotizzata la relativa versione dipinta, che risulta dispersa e cui farebbero riferimento alcune copie. Rispetto al foglio inciso, quasi tutte presentano delle varianti e non tutte sono cronologicamente prossime. Il dipinto brindisino si qualifica, assieme a quello del museo di Nantes, fedele all’incisione.
Il Martirio di S. Bartolomeo mostra d’aver subito in passato un incauto restauro, sì da risultare sensibilmente decurtata la parte inferiore; infatti nell’angolo basso di sinistra, laddove nell’incisione
riberesca si scorge la mezza figura distesa di un martirizzato, nella tela brindisina è leggibile parzialmente la parte superiore di uno stemma araldico, ovvero due puttini tenenti un oggetto sferico illeggibile, cartigli e l’iscrizione del motto VULNERE VIRTUS, da riferire probabilmente alla casata del committente e, congiuntamente, all’offesa subita dal santo, nei confronti del quale conserva un significato plausibile. L’integrità dell’arma (araldica) si sarebbe rivelata importante ai fini di una ricostruzione storico – critica dell’opera.
Ditulis pada 9 September 2016
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Ginetto
Ponzano Veneto, Italia2.382 kontribusi
3,0 dari 5 lingkaran
Apr 2015 • Pasangan
Nelle vicinanze di piazza della Vittoria si trova questa piccola chiesa, detta anche delle Anime. Inusuale il suo color rosa-salmone, è a navata unica e ha subito molte modifiche nel corso degli anni. Conserva importanti tele del 1700. Un'occhiata veloce basta....
Ditulis pada 21 April 2015
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Chiesa di San Sebastiano (Brindisi, Italia) - Review - Tripadvisor

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